Archivio di febbraio 2017
L’uno per uno
elementi di diagnosi differenziale in psicoanalisi.
Franco Lolli
21X14, 205 pag. – poiesis editore 2015
” .. la domanda di cura è sempre più assente, evanescente, inespressa, nel senso che a essa si è sostituita una forma inquietante di semplice presentazione del proprio corpo nella stanza d’analisi. Le persone che l’analista riceve arrivano senza alcuna domanda, stordite dalla potenza del loro sintomo ( che, tuttavia, assicura alla loro economia di godimento un equilibrio, problematico ma tutto sommato stabile ), imploranti nel richiedere una soluzione immediata a un problema che non percepiscono come tale ( soluzione che sanno, peraltro, essere disponibile nella forma dello psicofarmaco ). Ci troviamo sempre più frequentemente di fronte ad una presenza muta, affetta da un sintomo che non fa questione – se non agli altri. Non solo non c’è assunzione di responsabilità nei confronti della sofferenza; ma non c’è, nemmeno, assunzione della sofferenza, il volerne far qualcosa ” ( pag. 2 7 ).
Che cosa vuole il paziente del III millennio?
Vuole l’eliminazione del problema. Velocemente. Non desidera interrogarsi sul senso del suo dolore; l’intoppo al procedere della sua esistenza va eliminato, per poter continuare ” come prima “.