Un libro per ogni stagione


Che cosa legge un fisioterapista parallelamente all’approfondimento delle tematiche riabilitative?
Quali sono i testi che fanno da trama culturale di riferimento allo sviluppo della consapevolezza del corpo proprio e del corpo altrui?

Dolore, paralisi, disturbo muscoloschelettrico, restano termini vuoti se non sono legati a una persona.

Di recensione in recensione, quello che qui viene proposto è un viaggio culturale attraverso temi apparentemente lontani uno dall’altro, in realtà accomunati dall’investigazione sul nostro essere “corpo”. Saggio dopo saggio, il commento si fa racconto, il racconto della vita.

Indice dei testi presentati:

M. Albanese, G. Cella, F. Zanchi,
I Chakra – L’Universo in noi.
13 x 19 – 126 pag.
Xenia – 1996

Che cosa significa “corpo” nelle culture diverse dalla nostra?
Se in occidente il corpo è stato progressivamente diviso in tante parti (anima – fisico – mente – spirito – muscoli – psiche – sistema nervoso conscio – sistema vegetativo inconscio, ecc. ecc.), quali sono i modelli corporei adottati a guisa di bussola di riferimento dall’uomo non occidentale per poter vivere al meglio nel suo ambiente?
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Umberto Galimberti
Il corpo
13 x 19 – 605 pag.
Feltrinelli – 2002

Che cos’è un corpo o, meglio, che cos’è il corpo?
Pubblicato per la prima volta nel 1983, uscito in numerose edizioni, aggiornato e ripubblicato nel 2002, questo saggio di U. Galimberti percorre per intero le dinamiche corporee ed il loro articolarsi nel rapporto con il mondo, con ciò che è altro da sé. Il corpo che Galimberti descrive è il corpo vero, quella originaria apertura alla vita che fa di noi bipedi umani una specie assolutamente unica rispetto al resto del mondo animale. Non una mente che comanda una carne nè un computer che muove delle leve, ma una presenza che, avendo raggiunto il controllo dello spazio e del tempo, costruisce il proprio mondo invece di adattarsi all’ambiente. Ma per costruire bisogna circoscrivere:  il gesto, la temporalità, la spazialità, l’intenzione, l’emozione, attraverso l’analisi dell’autore si mostrano carichi dei limiti loro imposti dallo sviluppo culturale, filosofico e religioso dell’occidente. Leggi il resto di questo articolo »

Alice Miller
Il dramma del bambino dotato e la ricerca del vero sé.
15 x 22 – 130 pag.
Bollati Boringhieri – 1996

Ogni azione umana veicola un’emozione. Così afferma Alice Miller in questo bel saggio, ed io, mentre rimembro le prime parole udite all’università ( primo è il pensiero ) mi ritrovo a disagio, stretto tra l’apparente scientificità di questi enunciati e l’esperienza riabilitativa quotidiana, fatta di gesti emotivi distorti dalla malattia, di corpi che sono emozione, di pensieri che si manifestano dopo l’azione , non prima.

Ma la psicologia non ci sta: tracciate le coordinate del proprio ambito di studio, lo studioso della psiche ha dimenticato la fonte di tutto quanto va sotto l’etichetta di pensiero, quella originaria capacità di arrestare il movimento propria della specie umana che, sola, permette l’emergere della coscienza.

Il raggiunto controllo del tempo e dello spazio strappa al primo uomo un suono di stupore e di meraviglia: oooh! e lo ferma.

PRIMO E’ IL GESTO, il gesto di fermarsi.

La biomeccanica umana è fatta per essere circoscritta: troppi i gradi di libertà, è necessario un continuo contenimento della nostra presenza al mondo; da questa capacità di fermarsi nasce il pensiero.

Quindi, ogni azione umana è la manifestazione di una emozione.
Trattenuta o dichiarata, l’emozione dà comunque forma al nostro essere, ci presenta al mondo. Per questo possiamo chiederci: quali emozioni si nascondono dietro al desiderio di sentirsi dire “bravo”? Cosa spinge una persona ad occuparsi dell’altro, di chi sta male, di chi soffre?
Quali fantasmi si nascondono dietro alla capacità di essere comprensivo?

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